MaterGea "Splendida Sicilia Solidale"
Una grande mostra a Brolo su culti femminili del Mediterraneo da Iside a Afrodite, dal 30 luglio al 7 agosto, con l’esposizione alla sala multimediale di due importanti reperti archeologi: la Venere Callipigia e Iside

Figure umane reali, divenute statue, armoniche che raffigurano il culto di Iside, delle grandi Dee Madri, che insegnano alle donne mediterranee, in un intersecarsi di religioni, culti, momenti storici che diventano millenni, l’arte della progenia, del matriarcato, del femmineo, del potere.
In mostra per tutta la durata dell’expo siciliano queste figure che diventano l’archetipo per eccellenza dell’anima compagna in grado anche di ricomprare, a pezzi, il corpo dell’amato, sia Uomo, terra, Città, Stato, Polis, e restituirgli la vita, il potere.
All’inaugurazione della mostra parteciperanno alla Tavola Rotonda che ne seguirà – Mare Riti e Religione – il sottosegretario ai Beni Culturali l’onorevole Dorina Bianchi, insieme ai professori Ignazio Buttitta, Girolano Cusumano il dott. Giuseppe Parello – direttore del Parco Archeologico della Valle dei Templi, all’archeologo Sebastiano Tusa – soprintendente del mare – , al ricercatore dell’Ispra Franco Andaloro, ed al dottor Luigi Biondo – direttore del museo archeologico di Marsala, ed altri ospiti-testimonial di vaglio.
A far gli onori di casa, in quel contesto, ci penserà la giornalista Francesca Capizzi
A Brolo si vuole celebrare il mito della Grande Madre, di una divinità femminile primordiale, presente in quasi tutte le mitologie, rappresentante la terra, la generatività, il femminile come mediatore tra l’umano e il divino.
Che poi divennero regine, sacerdotesse, artigiane, membre anziane del clan – la società era di carattere egualitario e più tardi nell’epoca medievale tutto ciò sarà simboleggiato nel vaso femminile.
Un potere, quindi, non terreno ma spirituale che si estrinseca non solo nella conoscenza e nella saggezza, ma soprattutto nella verità, nell’amore, nella giustizia.
In questo contesto sarà sviluppato il tema legato al culto del Navigium Isidi
Non a caso le rappresentazioni scelte e presenti alla “multimediale”sono le statue Iside di Marsala e l’Afrodite Callipige che successivamente saranno esposte presso il Parco Archeologico di Agrigento
Nel dettaglio – scrive l’archeologo Sebastiano Tusa, curatore della mostra – questa è dedicata alle testimonianze archeologiche sulla spiritualità femminile del Mediterraneo attraverso immagini in forma scultorea di divinità potenti provenienti dai musei siciliani corrispondenti alle sedi di culto di fondamentale importanza nel mondo antico: il Museo Lilibeo di Marsala (che ospita le statue marmoree di Venere Callipige e di Iside), città in collegamento con l’antico santuario di Erice e con il mare.
Quest’ultima venne ritrovata a Marsala, nell’area del Boeo negli ultimi scavi condotti dalla Soprintendenza BB. CC. AA. di Trapani, nell’area del Decumanus maximus,la strada principale dell’impianto urbano di epoca romana.
La statua di Venere Callipige, copia romana del II secolo d.C. di un originale greco la cui tipologia di Venere Pudica si fa risalire a Prassitele ed incarna l’ideale umano della dea della bellezza e della forza rigeneratrice dell’amore attraverso i gesti quotidiani del bagno,la statua , scolpita in marmo bianco di probabile provenienza greca, è acefala e manchevole della metà del braccio destro, che copriva pudicamente il seno, di più della metà del braccio sinistro, che reggeva l’himation, di metà circa della gamba destra e di parte della gamba sinistra.(Il ritrovamento è del 2005).
Del 2008, sempre a Marsala, è il rinvenimento della statua a grandezza naturale di Iside, antichissima divinità di origine egizia, adottata in età imperiale anche dal Pantheon romano, anch’essa acefala e in marmo bianco.
L’identità di Iside, oltre ad assumere la prerogativa di protettrice dei naviganti del mare, nell’adattarsi alle esigenze pragmatiche ed individualistiche della religiosità popolare romana, può entrare più agevolmente nel mondo mediterraneo, introdotta a Roma attraverso i sovrani greci dell’Egitto, i Tolomei in epoca tardo ellenistica, conoscendo subito una ampia diffusione.