Tortorici: la festa di San Sebastiano

La festa "lunga " di San Sebastiano è quasi giunta al termine, domenica 25 gennaio ci sarà "l'Ottava".

I festeggiamenti per San Sebastiano a Tortorici, si protraggono per tutto il mese di Gennaio. Qui il rito sacro si fonde e spesso si confonde con la tradizione profana che avvolge tutte le manifestazioni.
La festa del Santo che si svolge sempre il 20 Gennaio è preceduta da delle manifestazioni e da dei riti che sono preparatori ai festeggiamenti veri e propri. Qui di seguito riportiamo i le fasi di preparazione e la festa vera e propria, in attesa dell’Ottava che si svolgerà quest’anno il 25 Gennaio.
Immergiamoci, quindi nel vivo dei festeggiamenti del Santo Patrono di Tortorici, onorato e lodato da tutti i suoi fedeli che ogni anno aspettano il periodo della festa per tornare in paese è onorare e ringraziare “San bastianu”.
La devozione al Santo è molto forte, come in tutti i paesi nebroidei, a Tortorici a contraddistinguere i fedeli che sono in cerca di una grazia o che hanno fatto un voto e la tipica divisa che indossano “I Nudi”. Famiglie intere partecipano alla festa del 20 Gennaio con il tradizionale abito, mamme con bambini, uomini e donne di ogni età, si riversano nella piazza e accompagnano il Santo per tutta la Processione, come un’onda bianca, spumeggiante che fluttua e si modella allargandoci o restringendosi in base se si trovi in piazza o tra le tortuose viuzze.


Torniamo adesso ai riti preparatori,

nel pomeriggio del 18 Gennaio, viene effettuata “ La Fuitina da Vara”, in questa occasione la vara viene prelevata dalla chiesa di Santa Maria Assunta e viene portata e nascosta nella chiesa di San Salvatore, per rievocare un furto perpetrato nei secoli scorsi delle reliquie del Santo. La stessa sera San Sebastiano viene portato all’altare tra canti ed invocazioni, si celebra la santa Messa che prende il nome di “ A prova”, vengono benedetti “ ì panitti di San Bastianu , piccoli panini di semola,  distribuiti ai  fedeli presenti.
Il 19 all’imbrunire, le reliquie del Santo, custodite in un prezioso scrigno d’argento cesellato, vengono portate in processione sino alla chiesa di San Salvatore, qui in piazza Faranda avviene l’incontro con la vara che intanto è stata “ritrovata” dai devoti, quindi, reliquie e vara vengono riportate in processione nella chiesa di Santa Maria. La solenne celebrazione dei Vespri è seguita dalla benedizione della città ed i tradizionali giochi pirotecnici che risplendono nell’oscurità della sera.

Il mattino della festa, giorno del dies natalis del Santo, secondo un’antica tradizione, i componenti dell’Amministrazione ed il Sindaco, si recano in chiesa e consegnano simbolicamente le chiavi della città al Santo Patrono, questo rito tradizionale viene detto “Senato”, nel ‘600 ne erano membri i Giurati, nel ‘700 i Senatori e dall’800  ad oggi i Sindaci.
Intanto, la Chiesa viene invasa dai devoti “i Nudi”, sono loro che hanno l’onore e l’onere di portare in processione a spalla la vara di San Sebastiano per le viuzze del paese.
I Nudi, in segno penitenziale, sono vestiti di bianco e hanno i  piedi scalzi. Gli uomini,  vestono di bianco con camicia e pantalone, un fazzoletto piegato a triangolo , legato al cinto, a mo di perizoma, sta a simboleggiare la nudità del Santo.  Le donne,  sempre a piedi nudi, indossano camice e gonne  bianche, il fazzoletto copre la testa, ogni accessorio è rigorosamente bianco persino la borsa,  fatta a mano e usata per l’occasione,l’abbigliamento delle donne è arricchito spesso da scialli lavorati artigianalmente da mani sapienti ed esperte, queste precedono e seguono, nella processione o “ questua”, il Santo.

Questa divisa, da tempo immemorabile, segna l'appartenenza al Santo Protettore, ogni fedele si riconosce nel Santo a cui ha chiesto una “ grazia”, ogni anno scioglie il voto, come segno si penitenza e di devozione di indossare l’abito bianco e di camminare in processione a piedi nudi.
In attesa della Santa Messa, che precede la solenne processione, i fedeli, in un clima di grande devozione, si alternano al simulacro del Santo.
Numerosi bambini vengono poggiati sulla Vara. Con questo antico rituale, i genitori, con grande devozione, affidano i loro figli al Santo Protettore.
Alla Santa Messa, partecipa in forma ufficiale, continuando una secolare tradizione, anche l'amministrazione comunale della città che per l'occasione, in segno di deferenza, consegna le chiavi della città al Santo Patrono.
Al termine della cerimonia, mentre fervono i preparativi per l'uscita, continua, come da tradizione, l'affidamento dei bambini a San Sebastiano.
Dopo la consegna delle sacre reliquie del Santo e la deposizione di un neonato sulla vara, un rituale antico, che conserva, nonostante il tempo, tutto il suo fascino tutto è pronto per la lunga processione. La vara portata a spalla da 30 “nudi”esce dal Duomo, dopo una breve visita al sito dell'antica Corte Giuratoria la processione si avvia, attraverso le strette viuzze della città, verso il torrente Calagni,mdove il Santo viene fatto passare per le acque gelide, in ricordo di un miracolo avvenuto durante la terribile alluvione del 1682. Oggi i devoti qui ringraziano il Santo, ponendo questa scritta sulla sabbia: “ Grazie San Sebastiano Grazie ”. Il prete canta il Te Deum di ringraziamento, San Sebastiano si allontana dal fiume per iniziare la lunga questua.
La processione, alla prime ombre della sera, in un clima molto gioioso, rientra nella Chiesa di S.Nicolò, dove rimarrà sino all’ottava che si svolgerà la domenica più vicina al 27 Gennaio, quest’anno sarà domenica 25 Gennaio.