1865-2015 Castell'Umberto festeggia 150 anni
Di solito a festeggiare i compleanni sono le persone, ma ieri a Castell’Umberto sono stati festeggiati i 150 anni del paese.
Si perché Castell’Umberto, rispetto agli altri paesi nebroidei ha una storia molto recente.
La sua nascita risale al 1865, fino ad allora il centro era Castania e si trovava più a valle rispetto all’ attuale paese. Ma come mai si è scelto di trasferire il paese in altro luogo?

La risposta ci viene data da un atto ufficiale, il Regio Decreto n.2441 dell’8 giugno 1865.
Tale decreto, che riporta la firma di re Vittorio Emanuele II, autorizza il Comune di Castania a "trasferire la sede del Capo-luogo del comune nelle contrade S.Filippo e Baracche, assumendo in pari tempo la denominazione di Castel Umberto".
Ma da cosa nasce questa scelta?
La scelta nasce dalla reale esigenza degli abitanti di Castania di trovare un luogo più sicuro per creare il loro centro abitato. Nel 1865 o negli anni precedenti il “vecchio” paese era stato minacciato di rovina, come si legge nel decreto (vedi foto), dalle frane della sovrastante montagna.
Dato il pericolo incombente, il consiglio comunale di Castania propone di trasferire la sede del Comune dal capoluogo alle contrade di S. Filippo e Baracche, assumendo la denominazione di Castell’umberto, in onore del principe Emanuele I.
La motivazione ufficiale era quella di mettere al riparo la popolazione dagli smottamenti, ma la scelta dello spostamento del paese ha coinciso con un periodo storico particolare, la formazione dello Stato Unitario.
Predomina il modello di sviluppo capitalistico e in tutta Italia vengono avviati programmi di opere pubbliche che mirano ad una riorganizzazione del territorio. La nuova tipologia urbana è quella della “Città Borghese”. E' il terreno fertile in cui si impianta l’intenzione degli amministratori del tempo, di collocare il paese in un sito economicamente più proficuo. Questo viene confermato, dalla scelta delle contrade di S.Filippo e Baracche, perché vicine alle strade che dal mare proseguono nell’entroterra, si collegano alla provincia di Catania , come la Regia Trazzera Capo d’Orlando-Bronte.
Questa scelta ha dato vita ad un “paese nuovo”, ciò si può evincere sia dalla pianta ben squadrata, con spazi definiti, dall’ ampia piazza su cui si affacciano la Chiesa e il Palazzo Comunale, punti centrali per la vita di una comunità. Il paese ha un aspetto ordinato, molto signorile, anche per i decori degli edifici, in pietra arenaria, scolpiti dai mastri scalpellini del luogo.
Un valore aggiunto è dato dagli spazi verdi presenti nel centro, infatti, il nuovo centro urbano presenta un carattere di “città giardino”, che evoca le esperienze artistiche coeve delle “new garden city” nell’alternanza di filari costruiti e zone a verde. Un impianto urbano a doppia maglia ortogonale che si adagia alle irregolarità delle pendenze, in un sapiente rispetto della natura.
Ma veniamo alla giornata di ieri, intensa e ricca di avvenimenti.
Si è iniziato con un Consiglio Straordinario nella sala consiliare del Comune, per proseguire con la Santa Messa. All’uscita la banda ha allietato i numerosi presenti. In piazza è stata scoperta una stele su cui è riprodotto il Regio Decreto e un’opera d’arte “Sincronico 1” , realizzata da giovani artisti dell’istituto delle Belle Arti di Messina. Un breve rinfresco, seguito dall’esibizione live di Vincenzo Lo Iacono , che ha voluto dedicare una sua canzone, “Castanisedda” al suo paese.
Vincenzo da tempo vive ad Avignone, ma è nato a Castell’Umberto. Nelle sue note e nelle sue parole ha espresso nel modo più semplice per lui, la musica, l’amore per la sua terra, per le sue radici che, pur avendo vissuto in altri luoghi , rimangono ben scolpite nel suo cuore e nella sua mente. Vincenzo è un umbertino, anzi un “castanese”.
Oltre al suo omaggio live, ha regalato centinaia di cd di “Castanisedda” alle persone presenti. Dopo questo momento di viva emozione per Lo Iacono e per il pubblico, si è passati al taglio della torta. Enorme, composta in piazza, sotto gli occhi incuriositi della gente che hanno visto all’opera i pasticceri alle prese con le decorazioni e gli ultimi ritocchi .
Il sindaco con l’amministrazione, hanno spento le candeline, come simbolo di augurio per il futuro di Castell’Umberto.
Quello che siamo lo dobbiamo al nostro passato... che traspare nel nostro presente e nel nostro futuro.
Rosangela Coci