Visita alla mostra di Robert Capa a Troina

Una lunga passeggiata in macchina attraverso L'incantevole bosco della Miraglia, e poi le lunghe curve della strada per Cesarò, Cerami ci portano a Troina, paese di 9.000 abitanti sul versante sud dei Nebrodi, per visitare la mostra di Robert Capa.

 Robert Capa, fotografo di guerra degli anni ‘40 e ’50, uno dei maggiori fotografi del secolo scorso, morto in Indocina durante la guerra, per testimoniare con le sue foto, il quotidiano vivere dei soldati in battaglia. Detta così potrebbe sembrare banale, ma basta guardare le foto per convincersi dell’esatto contrario. Arrivati  alla Torre Capitania che ospita la mostra, dopo una bella salita per le strade di Troina, accolti dal sorriso di una signora che è alla biglietteria, dopo una ulteriore rampa di scale, le foto di Capa, al secolo Endre Ern? Friedmann, nato nel 1913 a Budapest sono in bell’ordine sistemate alle pareti di quattro stanze ordinate quasi cronologicamente, dall’ entrata in Sicilia, fino a Napoli al  seguito delle truppe americane venute a liberare il meridione, dopo lo sbarco in Sicilia. Robert Capa è considerato il padre del fotogiornalismo, fondatore assieme a Henri Cartier-Bresson, David "Chim" Seymour e George Rodger e William Vandivert  dell'agenzia  Magnum, diventata una delle più prestigiose agenzie fotografiche del mondo. Le foto di Capa testimoniano quanto banale e a volte noiosa fosse la guerra, ma anche drammatica, fatta da uomini che a volte non sapevano neanche perché erano lì, ad uccidere per non essere uccisi. Vi è una delle foto più famose di Capa, (assieme a quella del miliziano spagnolo, che poi si seppe essere un anarchico che combatteva nella guerra civile di Spagna) e precisamente il soldato americano che chiede la strada al contadino di Troina e poi le foto del paese semidistrutto come lo avevano abbandonato i tedeschi, le foto della gente semplice, dei soldati stanchi accovacciati nel sonno, i bambini scalzi che fuggono per la “trazzera” mentre passa il soldato americano; il contadino con il suo mulo che guarda incuriosito il carro armato, uno Sherman M4 americano, ecc.

78 fotografie in bianco e nero che danno la testimonianza più viva di quanto grande e potente è il potere dell’immagine fotografica, delle suggestioni che può suscitare, delle emozioni che può far rivivere. Oggi in rete si trovano molte delle foto di Robert Capa (come di tantissimi altri grandi fotografi) ma vederle allineate in bell’ordine, a raccontare quella che è stata la guerra, quello che può essere un conflitto causato dall’insensatezza dell’uomo, è una sensazione indescrivibile. Vale la pena fare una gita per visitare il paese di Troina e in esso  la bella mostra del grande fotografo. A chi  ama ancora maneggiare una macchina fotografica, a chi non vuole farsi ingannare dai facili aggeggi che consentono di inquadrare e scattare, solo per il piacere di vedersi (vedere) nell’immobilità di un momento...

 La mostra di Robert Capa, che segue le grandi mostre di Man Rey o di Cartier-Bresson, che ancora sporadicamente vengono allestite in questa Italia che sembra stia dimenticando la cultura e il bello, è ancora un esempio di quanto grande e bella sia l’arte fotografica. Quella con la “F” maiuscola!
La mostra è stata inaugurata il 4 luglio alla presenza del Ministro Zeltan Balog, ministro per le risorse umane d’Ungheria, Laslo Csorba, Direttore generale del Museo Nazioanle Ungherese, e di Claudio De Polo Saibani, Preseidente della Fratelli Alinari, Fondazione per la Storia della fotografia , accolti dal Sindaco di Troina Fabio Venezia. La mostra resterà aperta fino al 5 settembre prossimo.

Giuseppe Ciccia