Festa della Madonna del Tindari

Da ieri nel vivo i festeggiamenti in onore della Madonnina del Tindari.

Le celebrazioni in onore della Madonna, precedute dalla novena di preparazione, culminano come da tradizione nella solenne processione della sera del 7 settembre e nel Pontificale del giorno 8, durante il quale avviene l'offerta della lampada votiva. Nei due giorni il gran pullulare di gente dà una nota del tutto particolare alla vita di Tindari, facendo sperimentare che la festa in onore della Vergine è davvero un’espressione singolare della fede di un intero popolo.

 

I fedeli compiono pellegrinnaggi da luoghi lontani, nelle sere precedenti la festa è consuetudine incontrare per le strade, gruppi di pellegrini muniti di torce, tanta fede e buona volontà, incamminarsi verso il Santuario, per radunarsi attorno al suo simulacro, invocarla con acclamazioni o in silenzio, sciogliere un voto o formulare un serio proposito di cambiamento di vita, molteplici manifestazioni di un unico sentimento accomunante le migliaia di persone che giungono sul colle tindaritano in quest’occasione, come in tanti altri giorni dell’anno.

Ma dove si trova Tindari?

 Tindari è una  località sita sul golfo di Patti, venne fondata da Dionisio di Siracusa nel 396 a.C. come colonia di mercenari siracusani che avevano partecipato alla guerra contro Cartagine, nel territorio della città sicula di Abacaenum (Tripi), e prese il nome di Tyndaris , in onore di Tindaro, re di Sparta e sposo di Leda, padre putativo di Elena e dei Dioscuri, Castore e Polluce. 

Il promontorio del Tindari si trova all'interno della Riserva Naturale Orientata Laghetti di Marinello, qui all'estremità orientale è ubicato il Santuario di Tindari, a strapiombo sul mare, in corrispondenza dell'antica acropoli, dove una piccola chiesa era stata costruita sui resti della città abbandonata. La statua della Madonna Nera, scolpita in legno di cedro, vi è collocata in epoca imprecisata, forse giunta qui dall'Oriente in seguito al fenomeno dell'iconoclastia, nell'VIII-IX secolo. La Madonna regge in braccio il Bambino Gesù, ha una corona in testa, e la caratteristica inconfondibile del volto lungo - lo si nota soprattutto nelle grandi proporzioni del naso, ma anche dalla conformazione della parte inferiore del volto stranamente allungato verso il basso mantenendo comunque proporzioni aggraziate e davvero molto armoniose anche dal punto di vista artistico. Il volto lungo è presente anche in altre raffigurazioni orientali e africane, ma raro tra le statue religiose in occidente. Alla base della statua, la scritta che riprende il Cantico dei Cantici 1,5 "Nigra sum sed formosa", traducibile con "sono brunetta ma formosa", o meno letteralmente ma in un linguaggio più semplificato "sono nera ma bella".

La chiesa, distrutta nel 1544 dai pirati algerini, venne ricostruita tra il 1552 e il 1598 e il santuario venne ampliato dal vescovo Giuseppe Pullano con la costruzione di una nuova chiesa più grande che fu consacrata nel 1979.

Qual è l'origine del culto? 

L'origine della devozione alla Madonna Bruna sembra infatti risalire al periodo della persecuzion iconoclasta. Secondo la tradizione, una nave di ritorno dall'Oriente, tra le altre cose, portava nascosta nella stiva un'Immagine della Madonna perché fosse sottratta alla persecuzione iconoclasta. Mentre la nave solcava le acque del Tirreno, improvvisamente si levò una tempesta e perciò essa fu costretta ad interrompere il viaggio ed a rifugiarsi nella baia del Tindari, oggi Marinello.

 

Quando si calmò la tempesta, i marinai decisero di riprendere il viaggio: levarono l'ancora, inalberarono le vele, cominciarono a remare, ma non riuscirono a spostare la nave. Tentarono, ritentarono, ma essa restava ferma lì, come se fosse incagliata nel porto. Essi allora pensarono di alleggerire il carico, ma , solo quando, tra le altre cose, scaricarono la cassa contenente il venerato Simulacro della Vergine, la nave poté muoversi e riprendere la rotta sulle onde placide del mare rabbonito.

 

Sono sconosciuti i luoghi di provenienza e di destinazione dell'Immagine sacra. Partita la nave che aveva lasciato il carico, i marinai della baia di Tindari si diedero subito da fare per tirare in secco la cassa galleggiante sulla distesa del mare. Fu aperta la cassa e, con grande stupore e soddisfazione di tutti, in essa fu trovata la preziosa Immagine della Vergine. Sorse il problema ove collocare quell'Immagine. Si decise di trasportare il Simulacro della Vergine nel luogo più alto, il più bello, al Tindari, dove già da tempo esisteva una fiorente comunità cristiana.

 

La tradizione che fa arrivare la statua della Madonna a Tindari all'epoca degli iconoclasti, probabilmente verso la fine del secolo VIII o nei primi decenni del secolo IX, trova motivo di credibilità nel fatto che Tindari fu sotto la dominazione dei Bizantini per circa tre secoli (535-836). Il colle del Tindari, così suggestivo, santificato dalla presenza della Madonna, divenne così il sacro, mistico colle di Maria.  La statua di cui si ignora l'autore, probabilmente è stata scolpita in Oriente tra il quinto e il sesto secolo. La Madonna è rappresentata seduta, mentre regge in grembo il Figlio divino, che tiene la destra sollevata, benedicente. Ella inoltre porta in capo una corona di tipo orientale, una specie di turbante, ricavato nello stesso legno, decorato con leggeri arabeschi dorati. Migliaia e migliaia di fedeli sono passati dinanzi alla Vergine pietosa, che per tutti ha avuto un sorriso ed una grazia.