Festa dei Giudei a San Fratello

...ma una festa religiosa, che cos'è una festa religiosa in Sicilia? Sarebbe facile rispondere che è tutto... E anzi tutto una esplosione esistenziale... esplosione dell'es collettivo di un paese dove la collettività esiste soltanto a livello dell'es... I Giudei (di San Fratello) sono gli ucci«...ma una festa religiosa, che cos'è una festa religiosa in Sicilia? Sarebbe facile rispondere che è tutto... E anzi tutto una esplosione esistenziale... esplosione dell'es collettivo di un paese dove la collettività esiste soltanto a livello dell'es... I Giudei (di San Fratello) sono gli uccisori del Cristo, perciò nella rappresentazione della passione di Cristo che viene condannato e crocifisso, essi demonicamente si scatenano... e ci chiediamo se alla formazione di una tale tradizione non abbiano concorso più delle ragioni calendariali e liturgiche, ragioni psicologiche, sociali, storiche.»
Leonardo Sciascia

La Festa dei Giudei di San Fratello inizia all'alba del Mercoledì Santo e termina la sera del Venerdì. Tre giorni intensi, durante i quali sacro e profano si mischiano come in nessun altro posto in Sicilia. Da un lato i devoti cristiani, intenti nelle classiche celebrazioni della Settimana Santa, dall'altro i Giudei, caricatura di chi gioì per la morte di Cristo, festanti giorno e notte per le vie del paese, bevendo in ogni casa dando fiato alle loro trombe per disturbare le manifestazioni religiose.
È una strana commistione di sacro e di profano, di autentica religiosità e di sfrenatezze incredibili. La processione delle varette con i Misteri della passione di Cristo (raffiguranti Gesù in catene, flagellato, gravato dalla Croce, sepolto, compianto dall’Ad­dolorata) è platealmente disturbata dai Giudei, ossia da con­tadini e pastori del luogo che recitano la parte degli uccisori del Messia. Vestono, questi occasionali attori, un curioso costume giallo con ricami di diversi colori, stretti mocassini, bluse lavorate in seta e perline. In testa portano un cappuccio rosso e un elmetto.

«La parte del cappuccio che scende a ricoprire il viso – nota Antonino Buttitta – forma una mascara grottesca: due lunghi e arcuati tratti neri segnano le sopracciglia, un pezzo di pelle o di stoffa, anch’esso nero, rappresenta la lingua che scende pensoloni dal disegno della bocca». Sull’elmetto «sono dipinti motivi tratti dalla simbologia cristiana o da quella popolare, come croci, pesci, cuori, fiori intrecciati, aquile, falci di luna, corni rossi. Così travestiti, i Giudei fanno un baccano indiavolato: corse, salti, sgambetti, prove di equilibrismo, canti, rumore di catene, assordanti squilli di tromba… finché dura la processione. Ma, una volta riportato il Crocifisso in chiesa, tutto rientra nella normalità.