Capizzi "Festa della Lingua" di Sant'Antonio da Padova
Si è svolta lunedì 15 Febbraio, a Capizzi la prima "Festa della Lingua" in onore alla traslazione delle reliquie di Sant'Antonio da Padova


Gremita di tantissimi fedeli, di tanti confrati venuti apposta nella chiesa di Sant’Antonio di Padova di Capizzi, piccolo gioiello del comune nebroideo, per la celebrazione della prima "festa della Lingua" di Sant’Antonio di Padova. Celebrazione eucaristica presieduta dall’Arciprete Cappellano Don Luigi Cardella, patrocinata dalla Venerabile Confraternita di Sant’Antonio di Padova con l’aiuto dell’ Associazione di San Francesco d’Assisi di Capizzi. Celebrazione molto sentita, che ha avuto momenti toccanti come la processione offertoriale, la benedizione con la Santa Reliquia del Santo e la distribuzione del pane benedetto di Sant’Antonio di Padova, antica tradizione in uso a Capizzi.
Chi era Sant'Antonio da Padova
Fernando de Bulloès y Taveira nacque il 15 Agosto 1195 a Lisbona in Portogallo. Divenuto sacerdote fra i canonici regolari di Sant’Agostino, rimase affascinato dall’ideale francescano, per aver visto i corpi dei cinque primi martiri francescani del Marocco. Entrò nel convento di sant’Antonio Abate di Coimbra dove ricevette il nome di Antonio. Aspirando al martirio, volle andare missionario tra gli islamiti del Nord-Africa; La storia narra che sant’Antonio, ammalato e provato dall’insuccesso della sua spedizione in Marocco, veleggiando verso il Portogallo, s’imbatté in una furiosa tempesta che lo abbandonò sulle coste della Sicilia: nel suo girovagare abbia sostato e riposato una notte intera nel luogo chiamato “U chianu a Cannedda”.
Era la primavera del 1221. Partecipò al Capitolo generale alla Porziuncola, e vide Francesco. Predicò, con frutto di conversioni, contro gli eretici in Italia e in Francia, rivolgendosi al popolo. Stremato di forze, morì a 36 anni il 13 giugno 1231 all’Arcella (Padova). Il culto in suo onore è tra i più popolari della storia, e prese l’avvio dalla canonizzazione, l’anno dopo della sua morte.
Traslazione delle reliquie
Era l’ 8 aprile 1263 quando san Bonaventura da Bagnoregio, allora Ministro Generale dell’Ordine francescano, aprì la cassa contenente le spoglie di Sant’Antonio di Padova: l’intenzione era quella di spostare i sacri resti dalla chiesetta di Santa Maria Mater Domini, alla maestosa Basilica sorta intanto in suo onore. La scena che si presentò agli occhi dei presenti, al momento della riesumazione, fu sbalorditiva: mentre di tutto il corpo del Santo non restava che un cumulo di cenere ed ossa, la lingua invece – nonostante, per la sua fragilità, sia una delle prime parti del corpo a decomporsi – era rimasta intatta, “rubiconda et pulchra”, vermiglia e bella, come la descrisse san Bonaventura. Incontenibile lo stupore e la commozione di tutti: di fronte alla portentosa scoperta, san Bonaventura abbia esclamato: “O Lingua benedetta, che sempre hai lodato il Signore e lo hai fatto lodare dagli altri, ora appare manifesto a tutti quanti meriti hai acquistato presso Dio”. Curiosamente la ricorrenza della Traslazione delle reliquie del Santo, popolarmente nota come la “Festa della Lingua”, si celebra non l’8 aprile, ma il 15 febbraio, data che ricorda un’altra ricognizione delle sacre spoglie, in occasione della visita del cardinale Guy de Boulogne, miracolato dal Santo, che donò alla Basilica di Padova, nel 1350, un preziosissimo reliquiario dorato in cui è ancora oggi custodita la mandibola di Sant’Antonio.
La festa della Lingua di Sant’Antonio comunica ai fedeli un significato profondo nel culto della peculiare reliquia: attraverso il prodigio della sua Lingua incorrotta, caso unico al mondo, il Santo di Padova ci invita a ritornare al Vangelo. Sant’Antonio è il Santo della Parola: il Signore si è degnato di preservare quella Lingua per mezzo della quale l’umile ma energico frate, con spirito di totale abnegazione, ha predicato a tutti gli uomini del suo tempo la Parola di Vita eterna, sanando le ferite dello spirito e del corpo.
Francesco Sarra Minichello
