Nocciolando: "Canti e Cunti"

Una giornata immersi nella natura, tra i noccioleti di Raccuja all'insegna della tradizione, del folklore, dei prodotti tipici, della storia e della cultura di questi luoghi incantevoli....

Ieri , si è svolta a Raccuja la passeggiata naturalistica “Nocciolando: Canti e Cunti”, fortemente voluta dal circolo ARCI “13 Ottobre” e inserita all’interno della manifestazione  “Solstizi-Nebrodi in Cammino" del Gal Nebrodi Plus.
Una giornata a contatto con la  natura, con il profumo del terriccio umido, dell’ erba appena falciata, il cinguettio degli uccelli, profumi e suoni hanno accompagnato i primi passi dei partecipanti nel noccioleto.
Nonostante le condizioni meteo un po’ incerte, molti sono stati i partecipanti,provenienti da varie zone,mossi dalla voglia di conoscenza, dalla volontà di passare una giornata in simbiosi con la natura.
La prima tappa della giornata è stato un trekking all’interno di un noccioleto biologico, adiacente il  paese. Con incedere lento, animato dalle illustrazioni del presidente Letizia Martella e da Marcella Scalia, il gruppo è giunto presso una zona pianeggiante del noccioleto, dove abbiamo assistito alla dimostrazione pratica della raccolta delle nocciole , accompagnata dalla spiegazione molto chiara, di Carlo Martella. Per rendere più reale la simulazione, erano state sparse a terra delle nocciole, ad accoglierci “U saccaru chi fimmini all’Antu”.
Sono stati distribuiti “i faddali”, lunghi grembiuli di stoffa, legati in vita e con i lembi inferiori legati ai fianci, per creare un sacchetto, adatto a contenere le nocciole. Dopo aver legato i grembiuli, si è dato il via alla raccolta, l’ "Antu" (luogo della raccolta) si è animato di mani esperte, di altre meno e di dolci manine di bimbi,che facevano a gara tra loro a chi ne raccoglieva di più.
A questo punto ha preso la parola Carlo Martelli, che ha raccontato la vita del noccioleto, i vari personaggi, l’atmosfera che si viveva in quei luoghi. Un tuffo nel passato, in un tempo in cui le nocciole rappresentavano una buona fetta dell’economia di tutta la zona Nebroidea.
Ci è stato raccontato di come veniva formato l’Antu, le donne chine si disponevano a mo di ventaglio per ricoprire una parte di terreno, ognuna raccoglieva la parte che le spettava e cosi si procedeva. Quando il grembiule era pieno, giungeva “u Saccaru” un uomo che aveva il compito di fare “a Vacata”, cioè versare le nocciole dal grembiule al sacco di iuta, sotto gli occhi vigili “du Camperi” che sorvegliava e gestiva tutte le persone che lavoravano nel noccioleto, disponendone i ruoli a suo piacimento, cercando di ricavarne maggior guadagno possibile.
Altro personaggio era  “l’acquarolu”, di solito si trattava di un ragazzo che aveva il compito di andare a prendere acqua fresca, alla fonte più vicina “nto bumbulu”, recipiente di terracotta, e distribuirla agli uomini e alle donne dell’antu, che bevevano spesso in dei bicchieri realizzati unendo a cono una foglia di nocciolo.
La campagna della raccolta delle nocciole era spesso lunga, dato che venivano effettuate varie “passate” (raccolta nello stesso luogo) e le donne per non rendere monotone le giornate e alleviare la stanchezza, nell’antu  intonavano canti , spesso veniva recitata una strofa e si attendeva la risposta dall’antu dell’altra vallata, lo stessa accadeva per i racconti e per i "Muttetti", proverbi a  botta e risposta, in cui si sono cimentate  Letizia Martella e Marcella Scalia.
Altro momento importante della giornata  era il pranzo, ognuno si portava un pezzo di pane con del formaggio o ortaggi, avvolti in una tovaglia “a truscia”, che al momento del pranzo veniva stesa sul terreno.
La vita del noccioleto era  anche un momento aggregativo e socializzazione, proprio nei noccioleti, nascevano i primi amori che spesso si coronavano in matrimoni.
 Un intervento, molto interessante, è stato fatto dall’agronomo Piero Catena che ci ha spiegato l’importanza dei noccioleti dal punto di vista ambientale, come  la coltivazione e la cura del terreno diminuiscano il rischio idrogeologico e arricchiscano il territorio sia dal punto di vista ambientale, che da quello economico e culturale.


Dopo questo entusiasmante tuffo nel passato, si torna nel paese per il trekking urbano, nel centro storico  che a sorpresa, per i partecipanti , si anima della musica dell’ Orchestrina di Ficarra , si è ballato e cantato nei vicoli.

 Durante la passeggiata nel centro storico siamo stati allietati dalle appassionate delucidazioni dell’ingegner Merendino, studioso e conoscitore  dei luoghi e dei vari processi storici legati ad essi.
La passeggiata si è conclusa al Castello Branciforti, con la visita dell’edificio e una ricca degustazione di prodotti a km zero.
Ad accoglierci una tavola imbandita ad arte, con oggetti della vita agro pastorale, che sono stati utilizzati per servire le bontà del nostro territorio, offerte dall’ Arci “13 Ottobre”, salumi, formaggi, pane “cunzatu”, ricotta fresca , pane con le nocciole e per finire dell’ottimo gelato alla nocciola.
Soddisfazione da parte degli organizzatori  e dei partecipanti, sono previste altre giornate organizzate dall’ ARCI, di cui vi terremo informati, come ci dice il presidente Letizia Martella . “Un lungo viaggio, si comincia col muovere un passo e noi del circolo ARCI “13 Ottobre” di passi ne abbiamo fatti, in un’unica direzione : promuovere il territorio, le nostre bellezze paesaggistiche , le nostre tradizioni, i nostri prodotti tipici, senza se e senza ma, andando avanti con decisione, a passo deciso e con tutto il cuore. I nostri compagni di viaggio crescono sempre più ed insieme continueremo a trascorrere giornate così intense ed emozionanti”


Rosangela Coci