San Biagio

Protettore della gola, domani in suo onore saranno celebrate molte funzioni religiose, nelle quali sarà fatta la consueta "benedizione della gola".....

Il barbato, il frecciato, il pettinato: il freddo è andato. Così dicono gli anziani di Capizzi. Sant'Antonio Abate  il 17 gennaio, San Sebastiano martire il 20 gennaio e San Biagio il 3 febbraio sono considerate le ultime tappe del freddo invernale.

Antonio Abate viene rappresentato con una lunga barba, Sebastiano coperto di frecce, uno strumento del suo martirio, e il vescovo Biagio con il pettine del suo supplizio. Vescovo di Sebaste, in Armenia, e martire nel IV secolo presumibilmente sotto l'imperatore Licinio pare facesse il medico. Venne invocato dai nostri avi per benedire la campagna e la pastorizia ma è ancora conosciuto come protettore contro il mal di gola. Tale patrocinio è dovuto alla narrazione della sua Passio, nella quale si riferisce una prodigiosa guarigione di un bambino al quale si era confitta una spina di pesce nella gola.

Una grande partecipazione di fedeli nel Santuario di San Giacomo: dopo la santa messa, l’arciprete Don Luigi Cardella pone due candele incrociate sotto il mento a contatto della gola a ciascuno dei fedeli che, uno alla volta, passano davanti a lui e si genuflettono. A ognuno, impartisce la benedizione con le parole: «Per intercessione di San Biagio, Vescovo e Martire, Dio ti liberi dal male della gola e da ogni altro male. Nel nome del Padre, del figlio e dello Spirito Santo. Così sia»

Tutti dovevano andare a messa e farsi benedire la gola. Spesso il mal di gola era una malattia mortale: la difterite detta “squinzania”, poteva consistere in una semplice infiammazione della gola o in un’infezione da placche, portando anche al soffocamento, in particolare dei bambini. Il Santo molto spesso viene raffigurato come vescovo o con dei pettini: la Passio dice che il Santo fu torturato con pettini di ferro prima di essere decapitato. 

Oltre la statua del Santo Martire, realizzata per devozione da Giuseppe Culò negli anni ’70, vi è a Capizzi una bella tela del pittore capitino Benedetto Berna. Il Santo viene rappresentato in abiti vescovili, con ai piedi una grande spazzola o pettine che si usava per cardare la lana. L’opera realizzata alla fine del 1600, si trovava nell’omonima chiesa sita di fronte alla casa dello stesso pittore. Caduta in rovina la campana e la tela sono state trasferite nel Santuario di San Giacomo.

Su iniziativa dell’Arciprete proprio quest’anno sono state stampate delle immaginette, qui sotto riprodotta, che rappresentano il Santo del quadro, per far conoscere ai capitini stessi, le nostre belle affascinanti opere d’arte.

Francesco Sarra Minichello