La Settimana Santa a Capizzi
Tradizioni che si tramandano da generazioni, dolci tipici che gli abitanti di Capizzi preparano per festeggiare la Santa Pasqua

La Pasqua, notoriamente, cade tra il 22 Marzo e il 25 Aprile ed esattamente la prima Domenica dopo il plenilunio successivo all’equinozio di primavera, ossia il 21 Marzo. Coincide dunque, con il ritorno della primavera, della stagione della rinascita e del risveglio della natura.
Nelle feste pagane di primavera, l’uovo è il simbolo del risveglio della vita del mondo vegetale e animale. Nella simbologia cristiana l’uovo rappresenta la Resurrezione poiché " Cristo uscì dal sepolcro il mattino di Pasqua, come il pulcino dall’uovo in cui si trovava sepolto”. Era usanza un tempo a Capizzi, secondo un’antica tradizione, preparare “I Varati” elaborati dolci pasquali, spesso adornati con uno o più uova bollite in precedenza e assemblate in pasta frolla non lievitata, con strisce decorative dello stesso impasto. La gente distingueva “i varati lisi” (azzime) e senza zucchero da “i varati lievitati”. I varati erano quindi gli unici dolci tipici della Pasqua di un tempo, fatti con farina di " Majorca ” e cotti nel forno a legna. Era vietato usare lo strutto ( ‘u saimi ) perché è derivato dagli animali e la chiesa cattolica vietava in modo assoluto di mangiare carne, sotto qualsiasi forma, durante la Settimana Santa. Questo rito risalirebbe dall’usanza dei primi cristiani di mangiare pane azzimo, non lievitato, per celebrare il mistero dell’Eucarestia istituito da Gesù Cristo durante la celebrazione della Pasqua; oggi si rinnova nel rito cattolico dell’ostia, sottilissima falda di pane azzimo in forma di disco, cotta fra due piastre di ferro rovente. Nella tradizione capitina, il rito degli azzimi viene celebrato con la preparazione e la consumazione di pasta, che ancora oggi è senza l’uso del lievito, cotta al forno o nella “conca” come “ i pani spagna”, dalle forme elaborate che richiamano motivi pasquali quali “i palumedda” con l’uovo sodo, “i curuzza” e “i cudduri”. I curuzza sono soffici pan di spagna a forma di cuore, gli stampi sono creati apposta dagli abili fabbri. Negli ingredienti, oltre alla farina, si usano uova e zucchero. Non si usa mai lievito: si batte il tutto energicamente per oltre un ora, questa lunga lavorazione alla fine farà lievitare l’impasto. Alla fine si fa una miscela con zucchero e acqua e si decorano i curuzza per renderli ancora più appetitosi.
Francesco Sarra Minichello
