Mistretta San Sebastiano
Dopo aver trattato la festa di San Sebastiano, era doveroso parlare della festa che si svolge a Mistretta per il Santo Patrono.

Il 20 gennaio Mistretta, come in tanti altri paesi della Sicilia, onora il suo Patrono, San Sebastiano. Dalla Chiesa che ospita la Vara e la Varetta, la processione si snoda per le vie del paese percorrendo il tragitto tradizionale della festa. Sarà il 18 agosto che la processione si sposterà per altre vie per poi tornare al percorso tradizionale. Festa, quella di San Sebastiano che vede mobilitata tutta la comunità mistrettese. È opinione comune che restano a casa solo quelli che impediti per malattia o per vecchiaia non possono uscire. Ma anche quelli che non possono seguire la processione tutta intera si fermano agli angoli delle strade che si affacciano sul percorso per vederla passare. Una devozione infinita che onora il Santo e la sua storia. Depulsor pestis, liberatore dal terribile contagio venne proclamato San Sebastiano Martire, quando forse in epoca normanna ne venne introdotto in Sicilia il culto. In realtà già da subito dopo il martirio la figura di Sebastiano acquistò importanza presso le comunità cristiane. Santo protettore contro la peste il suo culto crebbe negli anni della grande pestilenza del 1522/31 e in quella del 1575/76- La chiesa di san Sebastiano fu edificata nella seconda metà del '500 nei primi anni del 600 la confraternita commissionò ai fratelli Li volsi di Nicosia, valenti intagliatori del legno, la sontuosa Vara che ancora oggi si porta in processione. Ospitava la statua del Santo, opera lignea della fine del 400 e che fu sostituita nel 1906 con quella realizzata dallo scultore mistrettese Noè Marullo, il quale, da abile scultore armonizzò con mirabile precisione la Vara con la bellissima statua da lui scolpita.
Proseguendo nel racconto di questa pluricentenaria tradizione, nel 1723 che venne istituita la “ processione di voto ” che allora si svolgeva il 17 agosto (oggi il 18 delle stesso mese) con un itinerario che toccava l’Ospedale vecchio, i lazzaretti, la chiesa della Trinità (oggi unificata a quella di San Vincenzo martire) che allora dipendeva dall’ abbazia di Santa Anastasia in Castelbuono e la chiesa di Sant’Antonio Abbate, il Santo che in altri paesi (vedi Tortorici) il giorno 17 gennaio benedice l’alloro. Data la particolare configurazione dell’abitato mistrettese, a forma di sella di cavallo, è ovvio che il percorso è scandito da precipitose discese e dure salite che mettono veramente a dura prova la capacità fisica dei portanti.
San Sebastiano è detto, per Mistretta, “ il Santo che corre ” sia perché tutta la processione si svolge a passo spedito, sia per la corsa finale nell’ultimo tratto che vede anche una curva a gomito prima di rientrare in Chiesa. È un momento spettacolare e di ansia perché La Vara portata in spalla da circa 60 portanti arriva a velocità ad imboccare la curva davanti alla chiesa per poi fermarsi per pochi istanti, il tempo utile perché i portanti cambino spalla e regredendo all’indietro appoggino la Vara agli scalini della chiesa per la benedizione che conclude il rito. L’applauso liberatorio saluta l’arrivo davanti al portale.
Discorso a parte merita la Varetta, costruita nei primi dell’800 per portare i ceri votivi, che i fedeli donano al Santo per grazia ricevuta, è portata anch’essa in spalla da circa 40 giovanotti e precede la Vara del Santo. Anche loro “fanno la corsa”. Da notare che tutti i portanti della Vara e della Varetta vanno a piedi scalzi o meglio coperti da calzettoni di lana spessi tessuti appositamente per la processione. Il “posto sotto la Vara e la Varetta” è ereditario e se ne perde il diritto per espressa rinuncia. Nel giorno della festa tanti sono i fedeli e i curiosi che vengono a Mistretta dai paesi vicini e non vanno via delusi per quanto hanno visto e ammirato, tantissimi ritornano per gli altri anni. In estate poi la festa ha anche un carattere sociale perché era occasione di riunione delle famiglie con gli emigrati che ritornavano appunto per la processione. Oggi i tempi sono cambiati ma Mistretta e i Mistrettesi dedicano sempre tanta devozione al loro Patrono che con santa Lucia conpatrona vegliano su questa città dalle antiche tradizioni, contraddistinta un centro storico fra i più belli della Sicilia, città di devozione e di cultura. (Giuseppe Ciccia)