Da Capizzi a Cerami in pellegrinaggio al Santuario della Madonna della Lavina

A circa 2 ore e mezza di cammino prendendo la trazzera regia Capizzi – Cerami, poco distante dal centro abitato di Cerami, in una suggestiva valle ricca di verde, sorge il Santuario della Madonna della Lavina.

 
Nella chiesa vi è custodita una sacra immagine della Madonna col Bambino, di autore ignoto, verso la quale il popolo ceramese da tempo immemorabile nutre una immensa devozione. A memoria d'uomo, infatti, viene ricordato che altrettanta sentita venerazione è sempre stata manifestata dalla gente di Capizzi verso la Madonna della Lavina. Un flusso di fedeli capitini ogni anno rende omaggio alla miracolosa immagine in occasione dei solenni festeggiamenti che si celebrano in suo onore dal  6 all' 8 Settembre .
Proprio per l’occasione, l’ Associazione San Francesco d’Assisi  di Capizzi giorno 6 settembre ha organizzato un pellegrinaggio o cammino a piedi in onore alla Madonna. Il gruppo formato da oltre 50 pellegrini si è riunito nel Santuario dell’Apostolo San Giacomo il Maggiore e dopo il suono festoso delle campane si è mosso verso il Santuario della Lavina. Come afferma il Presidente dell’Associazione Francesco Sarra Minichello: “ Abbiamo sperimentato con tutta l'anima e con tutte le fatiche del corpo come andando verso una meta, si fa cammino. Si sente la gioia, si rinvigorisce lo spirito. Abbiamo camminato tutti insieme con occhi aperti pronti alla sorpresa, ad ammirare il mondo che ci circonda, pregando, meditando come una vera famiglia!!Ringrazio tutti i miei paesani, pellegrini capitini che consolidano l'iniziativa e rafforzano l'amicizia. Ringrazio il popolo ceramese che ogni anno ci accoglie sempre a braccia aperte!
Sono orgoglioso e fiero di essere capitino!!Viva Maria!!! Viva la Madonna della Lavina!!"

La devozione alla Madonna della Lavina è legata all'evento prodigioso del ritrovamento, nel XVII secolo, di una sacra icona tra le acque di un piccolo torrente.
Una pia tradizione, afferma che la Madonna sia apparsa più volte in sogno ad una delle suore Benedettine, che si erano nel frattempo trasferite nel monastero annesso all'Abbazia, e l’abbia invitata a riferire all'arciprete del luogo di curarsi di dissotterrare dalle rovine del vecchio monastero una sacra immagine che la rappresentava. L'invito fu accolto con scetticismo dal sacerdote,  dopo la terza apparizione cadde una pioggia torrenziale e dalle macerie del monastero rinvenne galleggiando la trave su cui era inchiodato il quadro della Madonna. L’indomani un contadino, che attraversava il luogo del vecchio monastero, notò che la sua mula, si inginocchiò sul posto dove giaceva, sotto il fango e la melma, la sacra immagine. Il contadino, stupito ed impressionato dall'atteggiamento dell'animale, chiamò a raccolta quanti lavoravano nelle vicinanze. Si cominciò a scavare e, con stupore dei presenti, si rinveniva il quadro della Madonna. Ancora oggi molti anziani del paese riferiscono il fatto che sulla sacra icona ritrovata vi e impressa l'impronta dello zoccolo della mula. Non appena l'arciprete ebbe notizia dell'episodio, scosso e pentito, fece suonare le campane  e assieme ad una gran folla di fedeli si recò a Lavina e con grande devozione fu raccolta la sacra icona. L'immagine fu quindi chiamata “Santa Maria di Lavina”, dal luogo del suo ritrovamento, in dialetto “u lavinaru” che significa torrente, per le acque che vi scorrevano e vi scorrono tutt'ora. Si dava così origine ad un titolo, non nuovo ma di certo raro almeno per il circondario, sotto il quale invocare l'ausilio della Madre di Dio. La tradizione ci dice ancora che il ritrovamento del quadro è stato coronato da alcuni eventi miracolosi: uno dei più noti narra di un certo Giuseppe, cieco da tredici anni, che, appena sparsasi la notizia di quel che era avvenuto a Lavina, fu condotto dai parenti laggiù e baciata la Sacra Immagine, riacquistò la vista. La sacra icona rappresenta in realtà, secondo la tradizionale iconografia, la Madonna delle Grazie detta così perché nell’atto di allattare il Bambino Gesù. La Madonna ha un volto dolce e delicato: messa in posizione seduta, accoglie fra le sue braccia il suo divin Figlio che con la bocca poggiata al seno materno guarda l’osservatore piuttosto che la Madre.
L’icona è stata arricchita di una splendida cornice ovale a sua volta contornata da una corona di fiori dipinti su di un tavolato che finisce con un’altra cornice che da all’intera composizione la forma rettangolare. Due meravigliose corone dorate opere di argentieri palermitani, poggiano sulla testa della Madonna e del Bambino.
Ad accoglierci per la messa del pellegrino l’Arciprete di Troina,  Don Antonino Proto e Don Michele Pitronaci Arciprete di Cerami, il popolo ceramese, i pellegrini venuti da Troina e Agira, tutto questo per essere tutti insieme una vera comunità che cammina verso la santità.
Un ringraziamento particolare va al sindaco di Cerami Michele Pitronaci e al gruppo dei volontari del  Vos Cerami per l’accoglienza, ospitalità e generosità nei momenti di bisogno a causa della forte calura per le temperature afose di giorno sei. Grazie a tutti i partecipanti. Ci vediamo l’anno prossimo!!

Francesco Sarra Minichello