Spumante dei Nebrodi
Il nuovo anno è alle porte, quest'anno sarà possibile brindare con delle "bollicine" prodotte sui Nebrodi.
Lo Spumante dei Nebrodi, gradevole, poco frizzante, con sentori esotici racchiude in se l'essenza di questo territorio.

Il vigneto dei f.lli Borrello nel comune di Ucria al confine con Floresta. 1200m slm
Uno spumante prodotto sui Nebrodi. Il progetto è iniziato nel 2010 in un appezzamento di terreno nel comune di Ucria in contrada Minissale di proprietà dei Fratelli Borrello, nelle vicinanze di Floresta. Qui i tecnici agronomi dell’IRVO (istituto superiore del vino e dell’olio) hanno riportato una cultivar siciliana antichissima, il Catarratto, a 1200 metri di quota, a fronte del vigneto più alto d’Italia in Valle d’Aosta a 1350m di altezza. Il progetto "Nebrodi" si propone di studiare la potenzialità delle zone montane per la produzione di vini spumanti. Nelle aree montane dei Nebrodi il vigneto era presente fino a qualche decennio fa in maggiore misura. Lo testimonia la presenza di piccoli appezzamenti residuali, utilizzati prevalentemente per autoconsumo, anche a quote di un certo rilievo (800-1000 metri sul livello del mare).
Una scommessa per il territorio e una sinergia pubblico-privato hanno posto le basi per la realizzazione del progetto ospitato nell'azienda dei fratelli Borrello che hanno collaborato nella realizzazione. l'Irvo ha realizzato un vigneto sperimentale a quota 1200 metri, realizzando quindi uno dei vigneti più "alti" della Sicilia e d'Italia, impiantando varietà bianche, in prevalenza autoctone come il Catarratto, con le quali produrre vini spumanti di elevato valore qualitativo. Nelle zone montane non destinate ad altre attività agricole, il vigneto può rappresentare un'alternativa per mantenere e far proseguire l'attività produttiva. I tipi di catarratto utilizzati sono due,la varietà bianco lucida e quella extralucida. Le difficoltà sono state notevoli, a partire dalla conformazione del territorio e la notevole altezza del vitigno coltivato. Sono state effettuate indagini su meteoclima, morfologia e pedologia del territorio, grazie alla collaborazione con il centro analisi di Sciacca, per andare incontro a problematiche quali il periodo di gelate nel mese di marzo, il tipo di radiazione solare, e una attenzione particolare alla sfogliatura e diramatura. I filari del vigneto sono stati allargati per dare maggiore spazio alla pianta e favorire l’irradiazione solare. Grande attenzione è stata data alla potatura, per equilibrare la parte vegetativa con quella produttiva, utile per limitare la crescita della pianta e accumulare più quantità zuccherina. Prossimi esperimenti vedranno lo spumante deciso dei Nebrodi mitigato dall’eleganza dello Chardonnay. Lo spumante dei Nebrodi si presenta di colore giallo paglierino, non molto frizzante dai sentori di frutta esotica che lasciano un retrogusto caldo ed intenso, ha una gradazione intorno ai 12,5 gradi. Ottimo per aperitivi in gran stile, si sposa molto bene con il prosciutto di suino nero dei Nebrodi, formaggi di primo e secondo sale, bruschette di pane ai grani siciliani con olio di oliva extravergine, pane fritto.
Questa prima fase di produzione sperimentale, riuscita con successo, come sostengono i ricercatori IRVO, rappresenta un’occasione significativa per l’economia della zona dei Nebrodi, che ha a disposizione molti territori liberi, per la produzione di spumante autoctono, incremento di forza lavoro, rafforzamento dell’identità del luogo. Il vigneto inoltre svolge un ruolo importante nella difesa del suolo e del territorio contro fenomeni erosivi, se posizionato a margine dei boschi,rappresenta una barriera fisica contro il rischio derivante dagli incendi; inoltre, la maggiore richiesta di manodopera che necessita la coltivazione della vite rispetto ad altre attività agricole, fa sì che l'uomo sia più presente nel territorio ed indirettamente svolga un ruolo di maggiore controllo". La coltivazione e l'allevamento della vite in questi ambienti è un esempio della cosiddetta "viticoltura eroica". Il suo ruolo è essenziale come elemento di conservazione della cultura, delle storia e delle tradizioni locali e anche nella gestione dell'assetto territoriale, ambientale e del paesaggio